Nonostante gli effetti a breve e a lungo termine sull’economia, provocati dalle restrizioni dovute alla pandemia, l’attività di M&A in Italia continua a essere sostenuta da alcuni settori strategici.

Secondo il 4° rapporto annuale di Herbert Smith Freehills sui trend legati al mercato delle fusioni, “M&A in 2021: resilient, agile and coming off mute”, nel 2020, rispetto al 2019, se da un lato il volume delle operazioni di M&A è diminuito del 21%, dall’altro il valore di tali operazioni è aumentato di oltre il 70%.

La diminuzione del numero di transazioni ha caratterizzato tutti i settori: i più colpiti sono stati quello chimico-industriale, quello dei media e dell’intrattenimento e quello dei consumi. Alcuni segmenti di energia, tecnologia, life science e food & beverage hanno, invece, mostrato una certa adattabilità. Il settore caratterizzato dal valore più alto, in termini di M&A, è stato quello dei servizi finanziari, seguito da quello delle telecomunicazioni, grazie principalmente a due operazioni da oltre 3 miliardi.

Per quanto le riguarda le prospettive per l’anno 2021, riferisce il rapporto di Herbert Smith Freehills, con il venir meno delle misure di sostegno, adottate dal governo in risposta all’impatto sull’economia del Covid-19, è probabile che si verificherà un incremento delle operazioni di fusione e acquisizione di società in sofferenza e in default; sebbene al momento non siano previste mega operazioni nel breve periodo, il mercato sta mostrando segni di ripresa e stanno emergendo significative opportunità di investimento, in particolare nel settore delle infrastrutture.